sabato 6 gennaio 2018

FESTA DELLA BEFANA ALLA SEDE PROLOCO DI ARQUATA SCRIVIA (AL)



“La Befana vien di notte…” recita il proverbio. Ma ad Arquata Scrivia concede volentieri il bis!
L’appuntamento è per metà pomeriggio del 6 gennaio presso la sede della Pro Loco. I bambini incominciano ad arrivare in gran numero, accompagnati da genitori e nonni, che rimanendo un po’ bambini anche loro, non vogliono perdersi a loro volta l’arrivo della simpatica nonnina.



Polpetta è già preparato per la festa, anche lui non vede l’ora di conoscere la Befana, e dopo aver fatto un paio di selfie nel bagno del locale utilizzando le espressioni più in voga nei social networks (!...), si accinge ad entrare in scena.


Eh, sì, perché oggi sarà lui ad accompagnare i bambini all’arrivo della Befana, con un conto alla rovescia molto divertente che comprende un bellissimo spettacolo di magia! (in fondo anche la nonnina più famosa del modo è una grande maga, vola sulla scopa e fa il giro del mondo in una notte!)

Polpetta insieme al famoso pappagallo Piperito
Dopo circa un’ora finalmente ecco arrivare lei, la Befana! Porta dietro la schiena un grande sacco, pieno di prelibatezze e dolciumi che consegnerà ai bambini presenti.


Polpetta, da vero gentiluomo, la aiuta a scaricare il pesante sacco dalla schiena ma… Con sorpresa generale, decide di sfidarla ad una gara di magia. Il problema è che i giudici della gara sono i bambini… Insomma, per il povero Polpetta non c’è scampo, la vittoria è della Befana con il minimo sforzo!


E allora, via! Pronti a consegnare i sacchetti pieni di dolciumi ai bambini, mentre i ragazzi della Pro Loco si affannano a preparare la merenda con pane e Nutella per tutti.

I favolosi "ragazzi" della Pro Loco Arquatese
Siamo giunti al termine, la Befana saluta i bambini e si congeda, dando appuntamento tra 365 giorni esatti!



Alla prossima festa!

Un abbraccio dal vostro Polpetta

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senza impoverire chi lo dona.

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ma il suo ricordo rimane a lungo.

Nessuno è così ricco

da poterne fare a meno

Nè così povero da non poterlo donare.»

(Padre Faber)